Progettare i Gusci

“Progettare i Gusci” riflette il processo di maturazione sull’argomento, e sul modo di trasferirlo agli studenti, derivante da un ventennio di insegnamento del corso di “progetto di strutture” tenuto dagli Autori all’Università di Pavia, con la base di precedenti esperienze quali allievi di tale materia, a Pavia e a Berkeley. Se a ciò si aggiunge la cospicua attività progettuale di Michele Calvi in questa tipologia di strutture, le premesse per una sintesi realizzata si presentano molto concrete.
Nella sua cortese richiesta di questa breve prefazione, Michele Calvi ha inserito questa indicazione: basarsi sull’indice del volume, per averne chiaro il contenuto, e leggere con una certa attenzione il primo capitolo, per averne chiaro lo spirito.
Per quanto riguarda il contenuto, il giudizio è immediato: circa ottocento pagine, nelle quali oltre a fornire tutto l’apparato matematico tradizionale relativo alle principali tipologie di piastre piane e di gusci curvi, vengono sviluppati numerosi e dettagliati esempi di progetto per piastre e serbatoi in cemento armato, questi ultimi anche sotto azione sismica. Vi sono altri testi confrontabili per analogia di contenuto?
Il primo capitolo, nel quale si percorre a volo l’intero contenuto del volume, serve, come già detto, a preparare il lettore all’intenzione ed al tono con cui questo è stato scritto e si auspica che venga utilizzato. Chi scrive non ha difficoltà ad ammettere di aver trovato la lettura piuttosto impegnativa. Mancanza di allenamento sulla materia? Certo, ma anche necessità di pause di riflessione dinanzi allo scorrere veloce dei ragionamenti, esposti con il tocco preciso e leggero di chi ha con l’argomento una familiarità di lunga data e il desiderio di farne parte con il lettore.
Tornando alla domanda iniziale di questa prefazione, anche se esistessero altri testi con lo stesso titolo, questo in particolare è certamente un compagno speciale per coloro che uniscono al desiderio dell’apprendimento una finalità di attuazione concreta. (testo tratto dalla prefazione di Paolo Emilio Pinto)